Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, ha riacceso il dibattito su Bitcoin dopo un recente post in cui ha affermato che la criptovaluta è «basata sull’energia» e che l’energia, a differenza della moneta tradizionale, «non può essere falsificata». Il commento, pubblicato su X, ha attirato rapidamente l’attenzione di investitori, analisti e figure politiche. Il messaggio è arrivato mentre i mercati erano già in movimento: al momento del post Bitcoin oscillava intorno agli 86.500$, con un sentiment piuttosto instabile. I media crypto hanno registrato in poche ore una raffica di reazioni, sia da parte di trader sia di osservatori istituzionali. Alcuni hanno interpretato le parole di Musk come un possibile supporto alla narrativa di BTC come strumento di protezione dall’inflazione. Bitcoin come “moneta energetica” Nella sostanza, Musk lega il valore di Bitcoin al processo di mining: per coniare nuovi BTC e proteggere la rete, i miner devono consumare energia reale. Secondo lui, questo legame con una risorsa fisica renderebbe Bitcoin più difficile da manipolare rispetto alla moneta fiat, che può essere creata a discrezione delle banche centrali. Out now @elonmusk pic.twitter.com/dQVLniUgWA — Nikhil Kamath (@nikhilkamathcio) November 30, 2025 In un estratto dell’intervista con Nikhil Kamath, diffuso di recente online, Musk ribadisce questa idea, presentando l’energia utilizzata dal mining non come un difetto, ma come un elemento che genera scarsità e affidabilità. Diverse testate specializzate hanno analizzato il concetto, mettendolo a confronto con le critiche passate dello stesso Musk sull’impatto ambientale del mining. Reazioni di mercato e riflessi politici La risposta non si è fatta attendere. Da un lato, i sostenitori di Bitcoin hanno accolto il commento come una conferma della solidità di BTC. Dall’altro, alcuni regolatori e osservatori più prudenti hanno invitato a non leggere le parole di Musk come un segnale strutturale. In parallelo, altre notizie hanno alimentato la discussione: varie fonti hanno riportato che SpaceX avrebbe movimentato quasi 270 milioni di dollari in Bitcoin, un’operazione che alcuni trader ritengono potenzialmente significativa per la dinamica di mercato. Nel complesso, il post di Musk rischia comunque di influenzare il sentiment degli investitori, almeno nel breve periodo. L’argomento energetico: cosa implica davvero? Il punto centrale del ragionamento è semplice: l’energia non può essere creata dal nulla, mentre la valuta tradizionale può essere emessa in quantità maggiori dagli Stati. Questa idea risuona soprattutto tra coloro che temono che l’aumento della spesa pubblica, unito all’espansione dell’AI e delle tecnologie ad alta intensità energetica, possa mettere sotto pressione il sistema monetario attuale. I critici ribattono però che l’energia impiegata per minare Bitcoin è consumata e non si trasforma in un bene fisico come l’oro, che accumula valore. Il prezzo di BTC, secondo loro, continua a dipendere principalmente da domanda, aspettative di mercato e percezione di utilità, più che dal semplice costo energetico. Tra passato e presente: un cambio di tono Il nuovo commento di Musk rappresenta un cambio di tono rispetto al 2021, quando Tesla sospese i pagamenti in Bitcoin proprio per via dell’alto impatto energetico del mining. Negli anni successivi il settore è cambiato in parte: alcuni operatori hanno aumentato l’uso di fonti rinnovabili, mentre altri continuano a dipendere da combustibili fossili. Il dibattito, oggi, intreccia fattori tecnologici, economici e geopolitici, ed è improbabile che si chiuda rapidamente. Ma l’intervento di Musk conferma una cosa: il tema dell’energia resta uno degli assi portanti nella discussione globale su Bitcoin — e continuerà a influenzare sia la narrativa sia le scelte degli investitori.